Dante Alighieri nella Divina Commedia presenta alcuni chiari riferimenti alle conoscenze del tempo sulla luce e sugli strumenti adottati dall'ottica per studiarla:
"Tre specchi prenderai; e i due rimuovi
da te d'un modo, e l'altro, più rimosso,
tr'ambo li primi occhi tuoi ritrovi.
Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso
ti stea un lume che i tre specchi accenda
e torni a te da tutti ripercosso."
Anche Lucrezio nel De Rerum Natura (I sec. a.C.), si riferisce alla luce come scomposizione dei colori:
"Inoltre, poiché senza luce non possono esserci colori,
né i primi principi delle cose emergono alla luce,
si può conoscere come questi non siano rivestiti di colore.
E infatti, quale colore potrà esserci nelle cieche tenebre?
Che anzi nella luce stessa il colore si muta, secondo
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